Maximum City. Bombay città degli eccessi by Suketu Mehta

Maximum City. Bombay città degli eccessi by Suketu Mehta

autore:Suketu Mehta [Mehta, Suketu]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica
ISBN: 9788806184056
editore: EINAUDI
pubblicato: 2006-02-17T23:00:00+00:00


Il regista Vinod Chopra si sta documentando per un film sulla città e vuole vedere i beer bar. Non c’è mai stato, così una sera mi offro di accompagnarlo. Pmesh, la guida procurataci da Mustafà, ci aspetta verso le nove. È uno stampatore di codici a barre, un uomo grasso con i denti macchiati di tabacco. Ci porta al Dilbar, un piccolo locale al secondo piano in un vicolo laterale di Grant Road. Tra le ballerine, ce n’è una che si muove con passo più pesante, ed è più alta, più robusta e più chiara delle altre. Ila un viso gradevole e accenna appena i passi della danza. – Quella è Honey, – dice Paresh.

Avevo sentito parlare per la prima volta di Honey, la ballerina più famosa di Bombay, da Naeem Ilusain, il cronista di nera. Husain ne conosceva il grande segreto: – In realtà, lei è un lui –. Dopo le presentazioni, le do cento rupie e le spiego che stiamo scrivendo la sceneggiatura di un film: possiamo parlarle? Con molta cortesia, rifiuta la mia proposta di incontrarci fuori dal locale adottando la classica strategia di Bombay: sarà possibile solo «la prossima settimana». Adesso non può perché ha dei parenti in visita.

Ci spostiamo in un secondo locale, un paio di isolati più in là.

– Prima la gente veniva a Bombay per vedere la Porta dell’India, – dice Paresh mentre un buttafuori in uniforme spalanca la porta. – Ora vengono per vedere il Sapphire.

Il Sapphire! Nella mia infanzia, era un altro mondo. Appena varco la porta mi viene l’acquolina in bocca al ricordo di un cibo che ormai non mangio più: il pollo tandoori. Ci venivamo la domenica con mio padre, a rimpinzarci della deliziosa carne rosea, così fresca che immaginavo di sentire le strida dei polli che venivano ammazzati in cucina. CIBO DI PRIMA QUALITÁ, recitava l’insegna all’ingresso, nel cuore del quartiere commerciale di Grant Road. Dopo cena, camminando lungo Marine Drive, mi sentivo libero di porre a mio padre tutte le domande del mondo – come volano gli aerei o perché Indirà Gandhi aveva imposto l’emergenza – e lui mi rispondeva pazientemente. Il Sapphire era l’evento centrale di quelle serate domenicali.

– Sembra di essere in un film hindi, – osserva ora Vinod. Siamo entrati in una sequenza musicale di Bollywood. In ognuna delle due sale sul davanti c’è un palcoscenico leggermente rialzato sul quale le ragazze, illuminate da riflettori colorati, danzano al ritmo di canzoni da film. Indossano sari di chiffon che sembrano usciti da un film di Yash Chopra, e choli molto scollati sulla schiena, usciti direttamente da un film di Sooraj Barjatya. Tutte imitano i movimenti che hanno visto sul grande schermo. Sul retro ci sono altre tre sale: il cinema, la sala vip e il vasto salone mujra (danza erotica indiana, N.d.T.). Il cinema è arredato con divani sistemati a gradinate così che le ragazze non devono chinarsi per parlare ai clienti e tutti hanno una buona visuale. La sala vip è piccola ed esclusiva,



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